In una crisi sempre più evidente del mercato del lavoro, di estrema attualità è il discorso su quante ore dovrei lavorare.
Molti paesi negli ultimi tempi stanno adottando una politica di work life balance, così da bilanciare meglio vita privata e lavoro. Nel nord europa sono sostenitori della giornata lavorativa corta, in Italia si fa un po’ tutto a cazzo come al solito, mentre gli asiatici sembrano essere tutti skanovisti.
Jack Ma, noto imprenditore cinese, fondatore e presidente di Alibaba, si è pronunciato in merito agli orari di lavoro con dichiarazioni che hanno fatto certamente discutere. “La giornata lavorativa da 12 ore? Una benedizione”.
Fermo sostenitore della politica del 996: orario lavorativo dalle 9 alle 21 per 6 giorni a settimana. L’imprenditore incita a lavorare sempre più per arrivare al successo: “Molte aziende e molte persone non hanno l’opportunità di lavorare 9-9-6. Se non lavori così quando sei giovane, quando potrai mai farlo?”
Ora, dopo aver ascoltato le sue dichiarazioni ed essere tornato sul pianeta terra, mi piacerebbe riflettere e farvi riflettere su quanto detto. Capita, non di rado, che un imprenditore o un dirigente di una multinazionale, debba o comunque lavori per un numero di ore così elevato.
Tuttavia, i casi citati sono due e sono diversi da quelli presi in esami dal miliardario di Alibaba:
1- Stai lavorando per la tua azienda
2- Fai parte dell’1% della popolazione
Senza dubbio lui, come altri, avranno lavorato così duramente per arrivare ad ottenere risultati così soddisfacenti. Si raccontano infiniti aneddoti su Ma, Elon Musk e altri eroi dei nostri tempi. Lavoratori infaticabili che hanno raggiunto obiettivi inimmaginabili. Quello che però è completamente sbagliato è prendere le loro parole come dogmi assoluti. E’ la loro visione, è la loro idea di mondo. E’ il loro modo di intendere la vita. Jack Ma ha lavorato per la sua azienda, per il suo sogno, senza che nessuno gli imputasse obblighi di orario o vincoli di vario genere.
Passa un sottile filo neanche poco impercettibile tra il lavorare 12 ore per se stessi e il lavorare 12 ore per il sogno di qualcun altro. Capo, imprenditore e responsabile di profitti e perdite dell’azienda è radicalmente differente rispetto allo status di lavoratore dipendente.
Rappresenta il vero e proprio trionfo del capitalismo. Chi ci rimette? I lavoratori. Ritornati all’epoca della rivoluzione industriale quando chiunque poteva essere sostituito da chiunque altro in nome della produttività.
Jack Ma è diventato tale perché ha deciso di sacrificare tutto per il lavoro, ergendo quest ultimo al primo e unico posto. Non si rende conto però che ogni essere umano è diverso. Ognuno ha delle priorità. Lui ha messo il lavoro al primo posto, altri lo vedono come un mezzo necessario per vivere e per dedicarsi ad altro, famiglia o Hobby che siano.
C’è chi vive per lavorare, ma deve essere una sua libera scelta. Non un’imposizione per arricchire le tasche di chi sta sopra di lui nella scala gerarchica.
Scala gerarchica appunto, quella che lui considera, come molti altri suoi affini, scalabile. Peccato che di scalabile non ci sia nulla. Prendiamo una qualsiasi azienda del belpaese, quante volte si riesce a ottenere una promozione? Qual è la percentuale? Quante volte si lavora in modo estenuante e bene, ma si viene superati da qualcuno che magari ha fatto la metà di voi? E allora per quale motivo dovrei passare la vita a lavorare da schiavo per qualcun altro che non apprezza appieno quanto e come lavori? Perché dovrei passare gran parte della mia vita a rincorrere una pentola magica che rappresenta la soluzione a tutto?
E poi, soluzione a cosa? Una volta raggiunto il tanto agognato successo, cosa dovrebbe succedere?
Nessuno vieta di vivere per il lavoro, ma a nessuno deve essere vietata la scelta di lavorare per vivere.