Cosa si nasconde dietro una storia di successo? Perchè alcuni falliscono ed altri emergono?
Un piede che batte contro la gamba del banco, una matita picchietta insistentemente sul quaderno. Finisce la lezione, gli studenti si riversano nei corridoi, una “studentessa” comincia a ballare e cantare “Oh baby, baby, How was I supposed to know..?”.
Era l’autunno del ’98, il mondo faceva la conoscenza di Britney Spears. Baby One More Time di Britney ipnotizzava chiunque, faceva innamorare, davvero. (non me ne voglia Emma Marrone con la sua cover al festival)
La hit batté record su record e rappresenta ancora oggi uno dei singoli più venduti di tutti i tempi. Una storia di successo planetario.
Baby One More Time fu soltanto un anticipo di ciò che stava per succedere. Il secondo album della cantante, Oops! … I Did It Again, divenne l’album realizzato da una donna venduto più velocemente nella storia.
Che la sua musica vi piaccia o meno, Britney Spears è una delle icone pop più famose degli inizi del XXI secolo.
Solo per un istante, però, torniamo indietro a prima di tutto questo. Prima dei tour, prima dei milioni di album e prima che la sua vita privata prendesse una piega un po’ particolare…Britney diventerebbe di nuovo famosa? La «principessa del pop» sfonderebbe comunque?
Mettere in discussione la sua probabilità di diventare una star è assai ardua. La Pop star deve aver avuto qualcosa in più, qualcosa che le abbia permesso di avere una storia di tanto successo, corretto?
Aveva la stigmate: iniziò a ballare a tre anni, vinse svariati talent show da bambina, quando quasi tutti noi eravamo inchiodati al gameboy a catturare Mewtwo. Chi mai potrebbe non spaccare le classifiche con un pedigree del genere?
Quando consideriamo superstar come Britney Spears presupponiamo che siano profondamente speciali. Che abbiano qualche talento o qualità intrinseci che li hanno portati a sfondare. Se chiedete a chi lavora nel settore perché Britney abbia conquistato il mondo, diranno tutti qualcosa di simile. Che fosse unica nel suo genere, che la fama fosse inevitabile.
Il caso Harry Potter
Presupposti simili sono all’ordine del giorno. Sto attualmente rileggendo e amando una delle opere di più grande successo: Harry Potter. Perché la serie ha venduto più di 500 milioni di copie? “Ottimi libri”; “Ha tutte le caratteristiche di un classico”; “Una storia avvincente”; “Colpisce fin da subito”. Queste sono solo alcune delle recensioni sulla saga, ma la domanda è un’altra…siamo sicuri che così tante copie sono state vendute semplicemente perché superiori alla concorrenza?
Se artisti come Britney sono semplicemente il top, i grandi manager del settore dovrebbero essere in grado di confermarlo. Lo stesso vale per Harry. Non è Dante, ok, ma stiamo parlando di un’opera che ha cambiato generazioni. Gli esperti avrebbero dovuto fare a gara per pubblicarlo. Non lo fecero. I primi dodici editori respinsero il manoscritto della Rowling. Pensi che sia un caso? Walt Disney venne licenziato perché “privo di creatività”, ad Elvis venne gentilmente consigliato di tornare a fare il camionista. E che dire dei Queen?
Tornando a Harry, fu pubblicato solo quando un editore diede il manoscritto a sua figlia. Lì avvenne la magia. La bambina infatti assillò il padre per mesi ripetendogli quanto fosse meraviglioso quel libro.
Cambiò tutto.
Se i grandi successi hanno qualche qualità intrinseca che il separa dai flop, dovrebbero essere prevedibili, quantomeno dagli esperti del settore. Così però, molte volte, non succede. Quali sono le implicazioni del fatto che persino i migliori sbagliano?
La magia lascia sempre tracce
Implicazioni tanto semplici quanto scioccanti. Delle volte si parla di pura fortuna e influenza di gregge. Se riavvolgessimo per un attimo la giratempo del mondo, Harry forse non sarebbe una storia di successo. Lo stesso vale per Britney, il suo video uscì nel momento giusto, piacque ad alcune persone, crebbe il passaparola, ed altre persone salirono sul carro. Forse però la popstar non era migliore di tanti aspiranti musicisti che non ce l’hanno fatta.
Quindi, questo significa che qualunque cosa potrebbe avere il boom? Che libri orribili hanno esattamente le stesse probabilità di successo di quelli di buona qualità? Non proprio, e per fortuna aggiungerei. Alcuni libri infatti meriterebbero di essere bruciati esattamente come facevano in Farenheit 451.
Un buon libro, un film appassionante o una canzone emozionante, hanno tutti un punto in comune: meritano di essere raccontati. Quando viviamo qualcosa di bello, lo raccontiamo. Quando succede qualcosa di importante, lo raccontiamo. La magia lascia sempre tracce.
E quindi ascoltiamo ciò che piace ad altri. Seguire gli altri, che siano un fratello maggiore, un amico o un parente ci permette di risparmiare tempo ed energia e, si augura, possa condurci verso qualcosa che abbia maggiori probabilità di piacerci. Usiamo gli altri come filtro. Usiamo gli altri come scorciatoia.
Significa quindi che tutti quei libri o brani piaceranno anche a noi? Non necessariamente. Gli daremo però un’occhiata, saremo sicuramente più incuriositi. Sapere che quel qualcosa è piaciuto agli altri ci incoraggia a concederle il beneficio del dubbio. Se un libro è inserito nei bestseller, una rapida lettura alla descrizione la facciamo tutti.
È nella nostra natura imitare. Lo facciamo dal giorno in cui nasciamo. Il neonato piange in risposta al pianto di un altro bambino e tira fuori la lingua se qualcuno tira fuori la lingua. È semplicemente naturale.