La leggenda della plastica biodegradabile

Una triste notizia per l’ambiente. I sacchetti di plastica biodegradabile rimangono integre dopo tre anni

L’idea di una plastica biodegradabile suggerisce un materiale che si degrada in un breve lasso di tempo, recando quindi meno problemi all’ambiente circostante. E’ una delle più classiche affermazioni dei produttori, ma la verità è un’altra. Ricerche recenti infatti hanno rivelato buste di plastica apparentemente biodegradabili che rimangono ancora intatte dopo aver trascorso tre anni sotto terra o più comunemente in mare.

A rivelare la scoperta sono stati dei ricercatori dell’Università di Plymouth, pubblicata sulla rivista Enviromental Science & Technology. Hanno testato sacchetti di plastica politenici compostabili, biodegradabili, oxo-biodegradabili. Esposti a tre diversi ambienti naturali: luce del sole, sepolti nel terreno e immersi nel mare. Hanno quindi constatato come effettivamente tutte e tre le borse siano rimaste ancora utilizzabili, tanto da poter contenere più di due kg di spesa. 

Imogen Napper, capo del team di ricerca, a fronte dei risultati emersi si è mostrato esterrefatto:

“Mi sono meravigliata molto nel constatare che dopo tre anni queste buste potevano ancora trasportare la spesa”.

Non prendiamoci in giro! Quando parliamo di plastica biodegradabile ci si aspetta un prodotto che si degradi in un tempo molto minore rispetto alle buste tradizionali. Le ricerche però smentiscono.

La domanda è quindi la seguente: l’introduzione di questi sacchetti comporta un vantaggio consistente nella guerra contro la plastica?

Fondamentalmente queste plastiche non sono progettate per degradarsi senza un trattamento speciale, di conseguenza, quando vengono rilasciate nell’ambiente come rifiuti, possono essere dannose esattamente come quelle derivate da combustibili fossili. A sostegno di ciò si è espresso il professor Richard Thompson: “abbiamo dimostrato che i materiali testati non presentano nessun vantaggio concreto, rilevante e affidabile nel contesto dei rifiuti marini.”

La plastica biodegradabile si decompone rapidamente negli impianti ad hoc e in qualche mese viene distrutta, ma non nell’ambiente. I sacchetti bio che prendiamo al supermercato non si degradano da soli. Inquinano ugualmente!

L’ascesa della bioplastica

L’onnipresenza della plastica in ogni parte del mondo è un chiaro allarme. Dobbiamo cambiare. Una delle soluzione è quella di passare da fonti biologiche, onde evitare di dipendere sistematicamente da combustibili fossili.

La produzione di materie plastiche da piante ha un impatto ambientale minore, ciononostante negare che una produzione più sostenibile deve essere sorretta da un’infrastruttura in grado di produrre, raccogliere e riciclare.

Quel che è certo è che si debba trovare una soluzione in breve tempo. Ad oggi, circa un terzo degli imballaggi di plastica finisce nell’ambiente. Entro il 2050, senza cambiamenti significativi, ci sarà più plastica che pesce.

Vogliamo questo?

Come vogliamo comportarci?

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